sabato 14 aprile 2012

Juste Pour L'Amour - "Marcel e l'amore" [racconto a puntate]



Giocava a dadi per poter stare con me,

e non so cosa facesse per vincere ma spesso me lo ritrovavo

in camera con un sorriso che arrivava alle orecchie e facendomi segno

con le dita per quanti giorni mi aveva tutta per sè.

Non era il primo cliente che si era legato a me, ma di certo il primo che pagava

senza toccarmi, con me parlava ore ed ore sino ad addormentarsi sulla mia

pancia, poi sul terrazzo mangiavamo insieme e di nuovo a parlare di mille cose,

sin che una notte svegliandosi mi trovò

con miou miou in braccio davanti alla finestra che piangevo a dirotto, non poteva

sapere perchè, ma mi accorsi mentre raccontavo a lui di quando vidi mia madre

morire che l'espressione del suo viso era cambiata a tal punto da sembrare

quasi un'altra persona, si avvicinò abbracciandomi, chiedendo di smetterla

e mentre mi accarezzava i capelli mise il mio viso sulla sua spalla, aspettando

di sentirmi tranquilizzare. Mi ci volle un po', ma quando allontanai il viso dalla sua

camicia zuppa di mie lacrime, le sue labbra si posarono sulle mie quasi

come una promessa. Non potevamo baciare i clienti, i baci erano riservati

ai nostri uomini si diceva da sempre e forse proprio per quello misi le braccia

attorno al collo e presi a baciarlo. Non sapevo baciare, divertente no?!

facevo tutto con gli uomini, tranne che godere e baciarli e quando la sua

lingua sfiorò la mia bocca rimasi quasi come paralizzata e incredula.

Ci spogliammo lenti, facemmo l'amore per ore arrotolandoci ovunque, baciandoci

continuamente e nel farlo mi accorsi

che mai avevo toccato un uomo così, nemmeno sapevo che lo stavo accarezzando

ma comprendevo che nemmeno lui del resto aveva mai ricevuto le attenzioni

mie con amore sino ad ora.

era ormai ora giunta l'ora di salutarci ed io mi chiedevo quando avrebbe rivinto

ai dadi pur di riaverlo tra le mie braccia, continuammo ad amarci per oltre un anno

così, sin che un giorno affrontai la Grande Madre.


"Lavorerò per meno soldi e più ore ma vi prego lasciate che Marcel resti con me

non nelle vesti di un cliente!"

Dopo poche ore ero nella sua stanza a definirne gli accordi e da quella notte

Marcel rimse sempre al mio fianco.

Lavoravo ore su ore, accontentandomi di molto meno di quanto prendevano

le altre, quel che contava era che nulla potesse più separarci se non la nostra

decisione, lui usciva e rientrava dalla camera quando voleva e spesso

rimaneva dietro al tendone rosso a guardarmi mentre scopamo con gli altri,

non era facile all'inizio, mi vergognavo come una ladra, ogni volta

dopo aver chiuso la porta dicevo che non potevamo continuare così, che

mi vergognavo essere guardata, ma lui non ascoltava ragioni, mi prendeva

sbatteva sul letto e mentre mi possedeva continuava a ripetermi

tanto lo so che sei solo mia, ti vedo su questo letto, ti ascolto mugolare, sento

cosa ti dicono, quel che pretendono, non dici mai no pur di non perderli

e di rischiare che mi butti fuori la grande madre, ma poi quando sei con me

sei tu, sento che la voglia di me è dentro ad ogni poro, il bisogno della

tua lingua intrecciarsi tra la mia, la tua bocca sul mio pene scorre come note

musicali e affamata fai tuo il mio seme come mai faresti con altri, mi ripeteva

questo in mille modi diversi, mi diceva in diverse maniere che sapeva e sentiva

che amavo solo lui. Mi basta parlarti per farti godere, se solo ti sfioro

sento le mani ricolme della tua voglia, il tono dei tui orgasmi è libero, caldo

e nel dirmi che godevo solo della sua verga mi veniva addosso dentro facendomi

godere sia con il corpo, che con il cuore ma anche con la mente. Marcel era tutto

era il mio passato, presente e futuro, ero sua e questo mi bastava per dire

appena bussavano alla porta "Due minuti e poi fallo salire"

lui tornava dietro la tenda, io mi preparavo ed incipriavo il naso ...

il cliente entrava ed io fingevo di amarlo e in quel fingere osservavo la tenda

e amavo chi era là dietro ogni volta di più.

>>>

Scritto da AnimadellaLupa

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